Giornata mondiale dell’ambiente: Cosa sta facendo la suinicoltura per ridurre il suo impatto ambientale?
Giornata mondiale dell’ambiente: Cosa sta facendo la suinicoltura per ridurre il suo impatto ambientale?
Sicuramente l’impatto ambientale dell’allevamento suino non è trascurabile e si sente talvolta parlare di “crescente impatto ambientale”, ma è corretto porre la questione in questi termini? Non è che su questa problematica la suinicoltura è progredita maggiormente di quanto solitamente si creda?
Nel Regno Unito (Ottosen M. et al. 2021) negli ultimi 18 anni le modifiche al sistema di allevamento dei suini hanno portato a riduzioni, rispettivamente per i sistemi allevati indoor e outdoor, del 37,0% e 35,4% per il potenziale di riscaldamento globale, del 21,2% e del 16,4% del potenziale di acidificazione terrestre, del 22,5% e del 22,3% del potenziale di eutrofizzazione dell’acqua dolce, del 15,8% e il 16,8% nell’uso dei terreni agricoli e del 16,5% e 16,1% nello sfruttamento di risorse fossili. Il cambiamento nella composizione del mangime ha avuto un impatto maggiore su questa riduzione rispetto al miglioramento nelle prestazioni degli animali.
Se andiamo più indietro negli anni e consideriamo un’altra area geografica, Boyd e Caty (2012) hanno illustrato i miglioramenti che ha avuto in tal senso l’allevamento suino negli Stati Uniti, confrontando la produzione di suini nel 1959 con quella del 2009, e riportando una riduzione dell’impatto ambientale ancora più significativa (Figura 1).
Figura 1: Miglioramenti (%) nell’efficienza della produzione di carne suina dal 1969 al 2009, riferita alla produzione di 1 kg di peso della carcassa (adattato da Boyd e Cady, 2012).
Emissioni di gas serra (equivalenti di CO2)
Volume delle deiezioni
Consumo d’acqua
Consumo di suolo
Consumo di mangime
Soprattutto tra i consumatori, è inoltre prevalsa l’opinione che l’allevamento biologico/estensivo abbia un minore impatto ambientale rispetto a quello di tipo convenzionale/intensivo. Se è vero che dal punto di vista del benessere animale e della “peace of mind” (sentirsi a posto con la coscienza) del consumatore l’allevamento biologico comporta dei vantaggi, questo non è altrettanto vero riguardo all’impatto ambientale. Kennedy Ndue & Goda Páls (2022) hanno dimostrato che la produzione di 1 kg di carne suina con un sistema biologico aveva quasi il doppio dell’impatto ambientale dei sistemi convenzionali, relativamente all’uso del suolo, al consumo di acqua e all’acidificazione terrestre. Dieci degli undici sistemi convenzionali/intensivi ad elevata efficienza, valutati da questi Autori, sono risultati meno dannosi per l’ambiente degli allevamenti biologici.
Tra le pratiche che hanno dimostrato un effetto particolarmente significativo sulla riduzione dell’impatto ambientale rientrano una maggiore efficienza a livello di produzione di mangimi e, nell’ambito delle singole aziende suinicole, l’adozione di pratiche innovative di gestione delle deiezioni, tramite la messa a punto di soluzioni tecnologiche all’avanguardia.
Infine, non va dimenticato che la sostenibilità ambientale è solo un aspetto da tenere in considerazione, in quanto vengono solitamente considerati in totale quattro aspetti delle sostenibilità, di seguito elencati NON in ordine di importanza:
1) Ambientale
2) Economica
3) Per la società nell’insieme
4) Per la salute ed il benessere degli individui della specie in questione (es. suini) e delle persone
Per chiarire meglio quanto sopra, Vonderohe C.E. et Al. (2022) hanno pubblicato sulla rivista “Animal Frontiers” un articolo che nelle sue conclusioni riporta il concetto di “One Agricolture”. Concetto ripreso e adattato da quello oramai ben conosciuto di “One Health”, che si riferisce all’interdipendenza tra salute umana, salute animale e salute del pianeta. Da un punto di vista figurativo hanno espresso questa nozione come segue: