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Mar

Ulmalix: una scelta “naturale”

Nel corso degli anni, in Maberth divenne evidente l’opportunità di offrire un servizio ai propri clienti sviluppando una linea di prodotti naturali, poi denominata “Tecno”, da affiancare alle proprie linee di mangimi. Si decise allora di intraprendere un percorso di ricerca presso un centro dedicato, chiamato Carpif, nel quale formulare e produrre miscele di oli essenziali e altri prodotti di esclusiva derivazione naturale, cioè ottenuti dalle piante tramite processi estrattivi e non mediante sintesi chimica. Uno dei prodotti per i quali da più parti arrivò la richiesta di formulazione e produzione era appunto una “aspirina vegetale”. Infatti, nel caso delle infezioni da virus influenzale e altri virus che causano episodi di tipo acuto, l’impiego di prodotti con dimostrate proprietà antipiretiche e antinfiammatorie, siano essi Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei o preparati a base di piante ad elevato contenuto di salicilina, come Ulmalix, rappresenta una scelta migliore rispetto alla somministrazione degli antibiotici, soprattutto nelle fasi iniziali delle manifestazioni cliniche, e si traduce in una maggiore risposta clinica, evitando un uso “non responsabile” di antibiotico. Analizzando meglio le situazioni per le quali i produttori di suini e gli stessi veterinari, ricorrevano a questa categoria di prodotti, si rese però evidente che non si trattava solo di stati febbrili, ma spesso di stati caratterizzati da un perdurante stress ossidativo indotto da fattori ambientali, tra i quali in primo luogo il protrarsi di elevate temperature ambientali per lunghi periodi. I suini hanno un numero limitato di ghiandole sudoripare funzionali e i loro meccanismi di termoregolazione utilizzati per mantenere costante la temperatura corporea, sono messi a dura prova dallo stress termico. Gli animali in fasi di intensa attività metabolica (scrofe a fine gravidanza e in lattazione, suinetti in forte crescita) sono tipicamente più suscettibili, così come gli animali con un basso rapporto peso/superficie corporea (scrofe in generale e animali in finissaggio).

Il responsabile della Ricerca & Sviluppo di Carpif decise allora di creare una miscela di estratti naturali che fosse anche in grado di combattere gli effetti ossidativi dello stress termico (endogeno, cioè da febbre, o esogeno, cioè da esposizione a temperature ambientali elevate). Da un’approfondita ricerca bibliografica risultò che numerosi studi avevano dimostrato la capacità della curcumina, cioè l’estratto della Curcuma longa, una pianta dell’Asia sud-orientale largamente impiegata come spezia nella cucina indiana, di prevenire la perossidazione lipidica. Si tratta di un processo chiave nell’insorgenza e nella progressione di molte malattie. Era stata inoltre dimostrata la capacità della curcumina di stabilizzare le membrane cellulari. Alcuni ricercatori attribuivano alla presenza di gruppi fenolici nella struttura della curcumina, la sua capacità di eliminare i radicali liberi, che sono largamente responsabile della perossidazione dei lipidi cellulari. A differenza di molti altri antiossidanti, la curcumina sembrava in grado sia di prevenire la formazione di radicali liberi, sia di neutralizzare i radicali liberi già esistenti.

Fu quindi deciso di formulare un prodotto, miscelando le farine di Spirea olmaria e di Salix alba, ma con l’aggiunta della polvere di Curcuma longa, e di utilizzare come carrier delle farine di vegetali provenienti da colture biologiche. Il prodotto fu chiamato Ulmalix e viene tuttora prodotto nel pieno rispetto delle norme della certificazione internazionale GMP+ Feed Safety Assurance (FSA).

L’esperienza in campo

Alcuni clienti di Maberth oramai impiegano da anni Ulmalix nelle fasi più critiche dell’allevamento del suino da ingrasso, come al ristallo, durante la viremia da PRRS e altre viremie. Mentre nelle scrofe viene perlopiù impiegato nelle ultime fasi di gravidanza e soprattutto durante la lattazione. Rispetto ai medicinali, Ulmalix ha il vantaggio di possedere un’ottima tollerabilità gastrica, laddove alcune molecole prodotte per sintesi, come ad esempio l’acido acetilsalicilico o il chetoprofene, possono talora provocare effetti collaterali gastrointestinali, talora anche gravi. Alcuni lo impiegano per 12 mesi all’anno e altri solo durante la stagione estiva. Di solito viene miscelato nel mangime in ragione di 100 – 150 gr/q.le, ma è possibile anche somministrarlo individualmente, ad esempio alle scrofe in lattazione, in ragione di 10 grammi per scrofa al giorno. L’effetto che maggiormente viene riportato dagli utilizzatori di Ulmalix è una maggiore conservazione dell’appetito dei suini e in generale una maggiore reattività degli animali durante il periodo di stress, oltre a una ripresa più veloce delle normali condizioni fisiologiche e performance zootecniche una volta terminata la causa di stress. In una azienda suinicola piemontese dove viene impiegato per contrastare gli effetti del caldo estivo nelle scrofe in gestazione e lattazione, è stata riportata  una riduzione della mortalità di oltre il 10%, oltre a un generale maggiore benessere delle scrofe e quindi maggiore ingestione di alimento. Il mantenimento o quantomeno una riduzione del calo di ingestione di alimenti è quanto si osserva anche quando Ulmalix viene impiegato in svezzamento, in concomitanza con la fase di viremia da PRRS, poi confermata dagli esami di laboratorio (PCR positività e sieroconversione). Nel caso di contrasto agli effetti delle infezioni di origine prevalentemente batterica o secondariamente complicate da una componente batterica, può anche essere raccomandata la somministrazione di Ulmalix in associazione ad altri estratti naturali, come ad esempio le miscele di oli essenziali citrici, che possiedono a loro volta delle proprietà antiossidanti, unitamente a una documentata attività di contrasto alla crescita di batteri e altri microrganismi.