12
Apr

L’acqua è una risorsa preziosa per tutti e lo sarà sempre di più.

La giornata mondiale dell’acqua, un bene prezioso.

Anche quest’anno il 22 marzo è stata celebrata in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1993. L’obiettivo della giornata è sensibilizzare Istituzioni mondiali e opinione pubblica sull’importanza di ridurre lo spreco di acqua e di assumere comportamenti volti a contrastare il cambiamento climatico.

Per questo tutti vengono invitati a fare la differenza cambiando le proprie abitudini nell’uso, nel consumo e nella gestione dell’acqua nella vita quotidiana. Si tratta quindi di una campagna alla quale davvero tutti possono contribuire.

Come possiamo contribuire al risparmio d’acqua?

La salute e le performance dei suini dipendono in gran parte dalla disponibilità di acqua fresca di buona qualità. Un’azienda suinicola deve poter disporre di grandi volumi d’acqua non solo per poter abbeverare gli animali, ma anche per le diverse operazioni di pulizia e, nei climi più caldi, anche per il raffrescamento.

Si stima che in media l’acqua che viene consumata per abbeverare i suini rappresenti l’80% del totale, quella impiegata per le operazioni di lavaggio il 10% e circa altrettanto venga impiegata per le operazioni di raffrescamento (Paesi con clima caldo durante tutto o parte dell’anno).

La prima raccomandazione per ridurre gli sprechi d’acqua in un allevamento è quella di verificare regolarmente che non vi siano perdite nell’impianto idrico ed eventualmente procedere con la riparazione repentina delle stesse.

La seconda raccomandazione, considerato che la quota preponderante di consumo d’acqua è connessa all’abbeverata dei suini, riguarda la scelta o la eventuale sostituzione degli abbeveratoi.

Tabella I. Riduzione del consumo d’acqua in base al diverso tipo di abbeveratoio e/o in base all’adozione di una diversa pratica di somministrazione dell’acqua

Tratto da: Muhlbauer R.V. et al. “Water Consumption and Conservation Techniques Currently Available for Swine Production.” 2011 Allen D. Leman Swine Conference; p.165-196.

La terza raccomandazione riguarda le operazioni di lavaggio delle strutture, attrezzature, animali e mezzi.

Per chiarire questo punto, risulta utile la comprensione del “Cerchio di Sinner”. Nel 1959 Sinner ha definito la pulizia come un processo che prevede l’interazione di 4 fattori:

Se uno dei 4 fattori manca o è limitato, allora per ottenere lo stesso risultato in termini di grado di pulizia che vogliamo raggiungere, gli altri 3 fattori vanno aumentati allo scopo di mantenere “l’integrità del cerchio”.

Nei nostri allevamenti, l’acqua impiegata per le operazioni di pulizia è praticamente sempre a temperatura ambiente, cioè non riscaldata. Questo per evitare costi energetici ed è sicuramente comprensibile, ma tutti noi sappiamo che differenza fa lavare le mani o i piatti, per usare degli esempi presi dalla vita quotidiana di chiunque, con acqua fredda anziché calda o tiepida. Quindi la temperatura rappresenta nei nostri allevamenti un fattore limitante.

Per ovviare a ciò si aumenta la parte “meccanica” che vuol dire innanzitutto la pressione dell’acqua, ma anche la quantità d’acqua!

E il fattore “tempo”? Purtroppo, anche questo rappresenta spesso un fattore limitante, soprattutto se inteso come il tempo a disposizione dell’operatore per compiere le operazioni di lavaggio delle strutture di stabulazione dopo il loro svuotamento, tenendo conto che poi occorre permettere una buona asciugatura dei locali, un minimo di “vuoto sanitario” (che va fatto DOPO LA PULIZIA e non prima) ed il raggiungimento di una temperatura ambientale idonea prima dell’introduzione dei nuovi animali.

Quindi, siamo già a due fattori limitanti (temperatura e tempo), con il rischio di dovere usare dei volumi d’acqua maggiori e non minori, come volevamo prefiggerci!

È chiaro a questo punto che non dobbiamo risparmiare sull’attrezzatura per il lavaggio (es. idropulitrice, lancia a pressione), che, come l’acqua stessa, rientra nella parte “meccanica” e non possiamo assolutamente risparmiare sulla “chimica”, cioè nei detergenti, che I) vanno sempre usati, II) in modo corretto (% di diluizione, modalità di applicazione, es. con lancia schiumatrice, e tempo di contatto con la superficie da pulire), III) scegliendo di volta in volta il prodotto più adatto in base al tipo di sporco e alla superficie da detergere.

Un altro effetto del cambiamento climatico

La scarsità d’acqua generata dal forte cambiamento climatico in atto, porta anche ad un aumento del rischio di inquinamento dell’acqua di abbeverata, in particolare se origina da acqua di scorrimento superficiale o da falde poco profonde. Relativamente all’inquinamento biologico è quindi più facile incorrere in un aumento della carica batterica totale, in particolare dei batteri fecali, tra i quali coliformi e salmonelle.

E’ fondamentale quindi procedere alle seguenti operazioni:

  1. Valutazione frequente della qualità dell’acqua (analisi batteriologica e chimica) effettuata alla fine delle condutture (abbeveratoi) e nel caso di problemi anche nel punto di ingresso, per capire se l’inquinamento avviene nel passaggio attraverso le tubazioni aziendali o è già presente alla fonte;
  2. Pulizia delle linee d’acqua mediante uso di detergenti non schiumogeni o detergenti con contemporanea azione disinfettante; soprattutto quando si nota un inquinamento durante il tragitto dall’ingresso in azienda agli abbeveratoi;
  3. In caso di problemi alla fonte occorre procedere all’aggiunta di disinfettanti (es. cloro o perossidi) al fine di renderla potabile. Questa procedura richiede però molta attenzione al fine di permetterne l’efficacia, senza che allo stesso tempo crei problemi ai suini.
  4. Anche l’acidificazione dell’acqua medianti miscele di acidi organici a catena corta può ridurre i problemi dovuti alla presenza nell’acqua di batteri potenzialmente pericolosi, in particolare E. coli patogeni e salmonelle. L’acidificazione deve essere però eseguita in modo corretto senza abbassare esageratamente il pH dell’acqua di abbeverata onde evitare di ridurre l’assunzione di acqua, che al contrario quando vengono impiegati prodotti di qualità e non si eccede nella dose risulta aumentata.

 

Tabella II. Effetto sinergico dell’aggiunta all’acqua di abbeverata di un disinfettante ( D ), dopo la pulizia delle vie di distribuzione dell’acqua ( C ) con un prodotto acido, con l’aggiunta contemporanea all’acqua di  abbeverata di un acidificante (pH). L’effetto è stato misurato mediante la conta del numero di colonie batteriche sviluppate dopo un’incubazione di 48 ore, rispetto a dell’acqua prelevata da un impianto già inizialmente inquinato, non lavato e senza alcuna aggiunta di sostanze (“Pos control”) o rispetto all’acqua di un impianto risultato in partenza pulito (“Clean lines”). Le misurazioni sono state effettuate prima dei trattamenti (“Pre-trial”) e a 1, 2 e 3 settimane dall’inizio della prova.

Tratto da: Andrea Pitkin, Steven Stone, Jesse McCoy “Examining the impact of water line cleaning, disinfection, and pH reduction on nursery pigs.”

Conclusione

L’acqua è una risorsa preziosa per tutti e lo sarà sempre di più. Possiamo risparmiare acqua in allevamento controllando regolarmente l’integrità dell’impianto idrico e scegliendo gli abbeveratoi più adeguati ad evitare sprechi. Possiamo anche ridurre la quantità d’acqua necessaria per le operazioni di lavaggio dei locali di stabulazione, impiegando sempre i detergenti anziché basandosi solo sulla potenza del getto d’acqua. Infine, occorre anche vigilare sulla qualità dell’acqua, che a causa delle precipitazioni scarse e irregolari è soggetta maggiormente a un rischio di inquinamento chimico e batteriologico. Nel caso le analisi ne indichino la non potabilità, occorre intervenire tempestivamente senza dimenticare che la principale fonte di inquinamento batterico dell’acqua di abbeverata negli allevamenti è rappresentata ancora oggi dalla presenza di sporcizia all’interno delle tubazioni dell’allevamento stesso.