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Apr

Biosicurezza: Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’esperienza Maberth

Non è facile passare dalla teoria alla pratica quando si parla di biosicurezza, soprattutto quando si hanno informazioni errate o imparziali. Ecco tre semplici consigli per accorciare la distanza tra il dire e il fare.

Partiamo da una definizione:

La biosicurezza si riferisce a quelle misure volte a prevenire l’introduzione e/o la diffusione di organismi nocivi (es. virus, batteri, ecc.) ad animali e piante al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di malattie infettive. (Wikipedia)

Possiamo usare queste parole o altre simili, ma che cosa sia la biosicurezza lo sappiamo più o meno tutti. Allo stesso modo, tutti sappiamo quali siano le misure da applicare per garantire la salute degli animali nelle nostre aziende. Il fatto è che… spesso non le applichiamo.
Perché allora un altro approfondimento sul tema, se il problema non è il “sapere” ma il “fare”?
Perché se è vero che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, come si dice, è utile che quello che facciamo sia diretto verso le misure veramente utili, quelle che danno risultati reali.

Ecco allora tre consigli per rendere anche la biosicurezza uno dei punti di crescita della tua azienda.


1. Non concentrarti solo su alcuni fattori di rischio
Anni fa uno studio dimostrò che per alcuni patogeni trasmessi tipicamente per via respiratoria (ad esempio l’Actinobacillus pleuropneumoniae), una distanza ridotta tra gli allevamenti non comprometteva la biosicurezza (vedi tabella).

 

Cosa significa? Che spesso pensiamo ad alcuni fattori di rischio, in questo caso l’aria, e ne sottovalutiamo altri (ricordate il manager monomaniacale di cui vi abbiamo parlato nel secondo articolo su Management e Ambiente?).

I fattori di rischio sono molteplici e per poter intervenire subito con le misure più adeguate è importante conoscere il reale peso di ciascuno.
Ad esempio, lo studio ha dimostrato come l’introduzione di animali portatori, l’ingresso di automezzi non adeguatamente disinfettati e l’entrata non controllata di persone, materiale biologico (es. seme) e alimenti (mangimi e materie prime) sono vie d’ingresso dei patogeni più letali rispetto all’aria.

 

2. Comunica bene e pensa ai dettagli

Cosa c’entra la comunicazione con la biosicurezza? Semplice. Mettere in atto con efficacia le giuste misure preventive significa anche farle rispettare a tutte le persone coinvolte ed è fondamentale che le norme stabilite dalla tua azienda siano chiare a tutti, senza sottintesi e senza rischio di fraintendimenti. Allo stesso modo, è importante che alcuni dettagli non sfuggano di mano:

Visitatori: Cosa non va bene?

  • Devo parcheggiare l’auto fuori dal cancello, ma non esiste uno spazio di parcheggio idoneo;
  • Devo indossare i calzari, ma non vengono forniti e non esiste un bidone dove mettere quelli usati all’uscita;
  • Devo visitare l’azienda e per cambiarmi non esiste uno spogliatoio;
  • Manca sia il campanello sia un numero di cellulare sul cartello in ingresso.

Automezzi: Cosa non va bene?

  • La vasca per pulire le ruote del mezzo è un avvallamento vuoto senza acqua né disinfettante.
  • La vasca contiene un liquido molto sporco;
  • L’attrezzatura per lavare l’automezzo non esiste o non funziona, oppure nessuno controlla che il camion sia effettivamente lavato;
  • L’automezzo per il ritiro dei morti è costretto a entrare all’interno dell’allevamento per svuotare la cella frigo.

Animali: Cosa non va bene?

  • Il personale accede agli animali in quarantena (es. scrofette appena acquistate) e poi si sposta negli altri settori senza cambiare le calzature e i guanti o con una disinfezione molto approssimativa degli stivali in una vaschetta sporca;
  • Prima di spostare gli animali dalla quarantena non viene accertato il loro stato sanitario, in particolare l’assenza di infezione da PRRS (negatività alla PCR).

 

 

3. Non confondere pulizia, disinfezione e sanificazione

Si tratta di termini che nell’uso quotidiano scambiamo continuamente e utilizziamo in modo improprio, ma conoscerli meglio può servire a rendere il nostro impegno più proficuo.
La pulizia è l’eliminazione dello sporco grossolano, quello visibile a occhio nudo, con o senza detergenti.

La disinfezione, o sanitizzazione, è la neutralizzazione degli agenti microbici (batteri, virus, funghi) presenti su strumenti e strutture già pulite, o sulla cute di animali già lavati.

La sanificazione è l’insieme delle operazioni di detersione e disinfezione. Vediamole nel dettaglio.

 

Pulizia

È l’azione più importante, sia per quanto riguarda gli animali sia per strumenti e automezzi. È importante sia per la biosicurezza esterna (in ingresso), che per quella interna (lavaggio sale, gabbie, animali) ed è fondamentale quando applichiamo il “Tutto Pieno/Tutto Vuoto” (TPTV).

Affinché sia efficace, la pulizia dev’essere accurata e occorre dedicare il giusto tempo per eseguirla bene. Deve sempre precedere la disinfezione e dovendo rinunciare a una delle due è meglio non rinunciare alla pulizia: disinfettare (o meglio sanitizzare) senza avere prima pulito bene non serve praticamente a nulla.

La pulizia attuata con l’ausilio di agenti detergenti schiumogeni o non schiumogeni – la detersione – è più efficace della semplice pulizia sotto molti aspetti. I detergenti riducono la tensione superficiale facilitando la pulizia stessa e, contrariamente a quanto si pensi, il loro uso non allunga i tempi di pulizia ma al contrario li accorcia (vedi grafico).

 

 

Sanificazione

Spesso si ritiene che un agente disinfettante sia migliore degli altri a prescindere dall’impiego. Non è così. Gli studi dimostrano come non esista un singolo composto migliore degli altri in tutte le circostanze. Al contrario, a seconda del tipo di impiego, i diversi agenti disinfettanti trovano una collocazione ideale, usati singolarmente o anche combinati tra loro.

A prescindere dal tipo di agente utilizzato, ecco alcune indicazioni importanti sulla sanitizzazione, valide sempre e comunque:

  • Nel caso di prodotti in polvere da diluire in acqua, prepara sempre soluzioni fresche e utilizzale entro breve tempo (max 12 ore);
  • Non mescolare tra loro diversi disinfettanti, o disinfettanti e detergenti: potrebbero esserci delle incompatibilità, con il rischio di inattivazione, corrosione di superfici o liberazione di gas tossici;
  • Scegli i prodotti disinfettanti e detergenti anche in base alle caratteristiche dell’acqua, monitorando ad esempio il grado di durezza e il pH;
  • Conserva le confezioni di prodotti sanificanti ben chiuse, al fresco e al riparo dalla luce solare diretta.

 

Sulla base dell’esperienza del nostro reparto Ricerca e Sviluppo e delle pubblicazioni scientifiche a riguardo, MABERTH ha creato una Linea Igiene con prodotti detergenti e disinfettanti basata su principi attivi diversi. Compiendo una scelta razionale dei componenti, abbiamo realizzato una linea di prodotti ad hoc per ogni impiego, sia per le superfici che per gli animali. Il Team MABERTH è a tua disposizione per aiutarti nella scelta e nell’utilizzo dei prodotti, permettendoti di ottimizzare i tuoi sforzi sulla biosicurezza.

 

 

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Siamo a tua completa disposizione per effettuare sopralluoghi e audit mirati e per impostare protocolli di biosicurezza interna ed esterna, collaborando con tutte le figure professionali impegnate nella gestione dell’allevamento: proprietario, responsabile tecnico, personale aziendale, veterinario aziendale, personale ASL/ATS.

Il Team Maberth

Nel prossimo numero: Cosa intendiamo quando parliamo di prevenzione? Quando e come i vaccini sono efficaci? Perché non bastano? Ne parliamo nel prossimo approfondimento dedicato alla Strategia Sanitaria.