07
Mar

2. L’impiego delle essenze naturali nel suino

I prodotti naturali di origine vegetale

Gli oli essenziali di alcune piante vengono impiegati nell’uomo fin dall’antichità per le loro proprietà curative e possono rivelarsi utili anche negli animali.

Negli ultimi anni si assiste anche nell’allevamento suino ad un ricorso a questi presidi naturali, che hanno il vantaggio di essere generalmente meglio tollerati dei medicinali e di non necessitare di prescrizione medico veterinaria, riducendo le incombenze burocratiche che si stanno rivelando sempre più pressanti, sia per gli allevatori che per gli stessi Medici Veterinari.

Dall’altra parte non necessitando di un iter registrativo, che per i medicinali funge da “barriera di ingresso” per chi volesse mettere in commercio un prodotto farmaceutico, si sono “buttati nella mischia” numerose aziende, che hanno proposto molti prodotti, in cui per la verità la/le componente/i dotata/e di effettive proprietà curative è presente in quantità irrisorie o molto variabile.

Infatti, la variabilità nella composizione di questi prodotti, non solo come quantità delle diverse essenze incluse nel prodotto finale, ma soprattutto come qualità delle materie prime stesse (oli essenziali, estratti vegetali) è uno dei limiti di questo tipo di rimedi naturali.

Come possiamo allora muoversi in questa giungla di prodotti a cui spesso vengono descritte qualità quasi miracolose?

  1. Selezionando accuratamente l’azienda; chiedete con quale schema di somministrazione impiegare il prodotto: una risposta precisa e circostanziata denota una maggiore esperienza di impiego in campo.
  2. Facendosi aiutare da esperti.
  3. Testando i prodotti nella propria realtà di campo nel modo il più possibile “scientifico”.

Le “aspirine vegetali”

Un esempio particolarmente significativo di questi prodotti naturali è rappresentato dalla categoria delle “aspirine vegetali”.

Si tratta di una categoria di prodotti contenenti sostanze estratte da piante per le quali le proprietà curative risultano effettivamente ben documentate, in particolare per quanto riguarda il salice bianco e la spirea olmaria.

Il Salice Bianco è una pianta appartenente alla famiglia delle Salicaceae noto fin dall’antichità per le sue proprietà antipiretiche, antidolorifiche ed antinfiammatorie. Nell’antichità già Erodoto aveva parlato di un popolo che sarebbe stato più resistente alle malattie grazie all’abitudine di mangiare foglie di salice, mentre Ippocrate, considerato il padre della medicina, aveva descritto una polvere dal sapore amaro, estratta dalla corteccia dei salici, che aveva l’effetto di abbassare la febbre e ridurre i dolori. Ma sembra che gli effetti benefici delle sostanze ricavate dai salici fossero già noti a Sumeri, Antichi Egizi e Assiri.

La sostanza attiva dell’estratto di corteccia del salice bianco (Salix alba), chiamato salicina, fu isolata in cristalli nel 1828 da Johann A. Buchner.  La salicina che, una volta ingerita, viene trasformata nell’organismo in acido salicilico. L’acido salicilico svolge le sue attività analgesiche, antinfiammatorie e antipiretiche tramite l’inibizione dell’enzima ciclossigenasi, ossia dell’enzima deputato alla trasformazione dell’acido arachidonico nelle prostaglandine responsabili dell’insorgenza di infiammazione, febbre e dolore. La salicina, pertanto, può essere considerata un profarmaco.

La Spirea Olmaria è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Rosaceae, dai fiori bianchi o rosati, piccoli e raccolti in vistose infiorescenze ombrelliformi. È nota prevalentemente per le sue proprietà antinfiammatorie e antifebbrili e nel Rinascimento è stata per lungo tempo un rimedio popolare in molti paesi europei. Il “meccanismo d’azione” di questa pianta si chiarì quando alcuni ricercatori tedeschi, tra cui Karl Jakob Löwig e Hermann Kolbe, riuscirono a isolare la salicilina dai suoi fiori tra il 1839 e il 1845, imponendo una forte accelerazione all’importanza terapeutica di questa pianta. L’Aspirina, sintetizzata mediante acetilazione dell’acido salicilico, ha preso il nome proprio da questa pianta.

Nel prossimo articolo tratteremo dell’impiego dei preparati a base di piante ad elevate contenuto di salicilina nell’allevamento suino.